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Merzbau Quantico

Nashira Gallery è lieta di presentare Merzbau Quantico, la mostra personale di LETIA-Letizia Cariello che inaugurerà sabato 5 aprile dalle 9.30 alle 12.00 e che sarà accompagnata da un testo critico di Caroline Corbetta.

Con la sua prima personale negli spazi di Nashira, LETIA – Letizia Cariello, sviluppa e approfondisce il linguaggio e i temi centrali della sua ricerca, ormai consolidata da oltre vent’anni di attività. La grande installazione, che raccoglie e integra per la prima volta tutti gli elementi fondamentali del suo vocabolario artistico, dai Calendari ai Gates, dalla ricerca fotografica alle corde rosse e alle bitte marinare, riprende e arricchisce i temi trattati nelle sue ultime mostre: l’installazione immersiva al Grande Miglio di Brescia e l’intervento site-specific alla Fondazione Made in Cloister di Napoli. 

Come la stessa LETIA afferma, Merzbau Quantico non solo si collega al titolo implicito, che richiama la costruzione per strati attorno all’abitare del corpo inaugurata da Kurt Schwitters, ma si lega anche all’esplorazione della quarta dimensione proposta dalla fisica quantistica. Viene in particolare enfatizzato il riferimento al mondo naturale, che l’artista definisce una “Nuova Narnia”, o meglio, una “Narnia Quantica”, in cui la natura, con elementi vegetali cuciti alle corde rosse e bucrani o rami di bronzo, viene reinterpretata attraverso il filtro dell’artista. Quest’ultima si presenta come un essere umano che è parte integrante della Natura, oltre ogni declinazione primitivista, con tutto ciò che il pensiero umano comporta. Un umano che assorbe, digerisce e ridisegna la natura attraverso il mondo sottile e interiore che ci definisce come esseri pensanti e simbolizzanti. Le presenze, rielaborate in visioni, appaiono attraverso l’intreccio delle corde, che percorrono e ridisegnano l’intero spazio della galleria, integrandolo come elemento attivo di un’opera immersiva unica. Gates e Calendari, intravisti tra palme dorate, invitano i visitatori a muoversi nello spazio per percepire meglio, passando così dal ruolo di osservatori esterni a partecipanti attivi in una visione condivisa.

In occasione della mostra, ecco il testo critico scritto da Caroline Corbetta:

In Daunbailò, commedia indie girata da Jim Jarmusch negli anni Ottanta, Roberto Benigni, nei panni di un turista italiano incarcerato, disegna una finestra sulla parete sotto gli occhi di uno scettico compagno di cella. Un gesto tanto assurdo quanto necessario. Non un puerile tentativo di evasione dalla prigione, ma un immaginifico gesto di superamento delle limitazioni spazio-temporali. Come Lucio Fontana quando squarciava chirurgicamente le tele trovando l’Universo. O Kazimir Malevič, che intorno alla Rivoluzione d’Ottobre, diceva cose come «ho messo tutti i colori nel sacco e ci ho fatto un nodo: ecco il libero abisso bianco, l’infinito, sono davanti a noi». In questo senso, i suoi quadrati non sono segni tautologici, anticipatori dell’arte concettuale, ma varchi spalancati sull’oltre. Proprio come l’armadio nelle Cronache di Narnia che immette i giovani protagonisti in un’altra dimensione. Questi sono solo alcuni tra i moltissimi riferimenti che Letizia Cariello, in arte LETIA, cita e ispira con la sua mostra Merzbau Quantico. Arte visiva e fisica quantistica. Immaginazione e intuizione. Strumenti che aumentano la percezione, rivelando l’energia oltre le apparenze. Niente è come appare. Ce lo dicono da quasi un secolo gli scienziati e da molti secoli gli artisti. Disegnare finestre là dove ci sono muri non è per nulla banale, ma è una sfida alla percezione convenzionale -e costrittiva- della realtà. Con la sua mostra, LETIA ci fa attraversare un percorso ontologico che tenta questo sfondamento verso la sovrarealtà dove spirito e materia sono sullo stesso piano, intrecciate. Merzbau Quantico è l’installazione che dà il titolo alla mostra e funge da sua soglia. Con delle corde rosse (colore distintivo del suo agire artistico), l’artista riconfigura lo spazio ma anche il tempo. Accedendovi, si smette di vedere e si comincia, finalmente, a intravedere: vedere attraverso, vedere oltre, intuire la verità, immaginare e persino prevedere, avere l’intuizione di cose future. «Immaginazione del presente e del futuro: la sperimento a volte davanti a certi fatti che sono romanzi, musiche, ambienti, disegni e opere di ogni genere che vivono in una condizione non soggetta alla concezione lineare del tempo che ci tiriamo dietro come una ridicola certezza», scriveva LETIA un paio d’anni fa. In questa dimensione a-temporale del Merzbau Quantico si intravedono alcuni Gates, mini-architetture organiche ispirate all’ordine della Natura, superfici di confine tra fuori e dentro, e Calendari che procedono avanti e indietro nei giorni, nei mesi, negli anni, riavvolgendo il tempo personale e collettivo per poterlo attraversare, mentre acquisiamo la consapevolezza che siamo qui ora. Ma anche altri portali dipinti direttamente sulle pareti, che non possono non essere ricollegati ai quadrati di Malevič o alla finestra di Benigni. E, ovviamente, sono citati i Merzbau, opere di arte totale che il tedesco Kurt Schwitters costruì a partire dagli anni Venti del secolo scorso. Spazi negli spazi, dimensioni dentro altre dimensioni. Pezzi di memorie personali e altrui che si stratificano e connettono con un ordine solo apparentemente casuale. Una decostruzione del concetto lineare di tempo a favore della simultaneità che la fisica quantistica dimostrerà, poco dopo, essere la vera realtà. Le opere di LETIA sono strumenti che ci aiutano a correggere ed espandere il nostro sguardo su tutto, perché «tutto quello che ci vive intorno ha una carica visiva e narrativa», e in questo “tutto” ci aiutano a trovare le fessurazioni attraverso cui fare dei veri e propri attraversamenti mentali e spirituali. Cariello non ha paura di parlare di spiritualità. Ma ci tiene a fare dei distinguo per i più distratti: non si tratta di esoterismo né di new age né tanto meno di pietismo. «Siamo tutti collegati. Non dal punto di vista moralistico e caritatevole, ma davvero perché si tratta di una legge fisica che regola l’universo» dichiara senza esitazione lei che studia profondamente la vita delle sante, ma le chiama per nome («cosi io onoro la loro identità che è divinità come per ognuno di noi»), le teorie di Einstein e dei teosofi. Lei che si prende persino il rischio di fare cose eleganti. Per la precisione, si tratta di armonia, ovvero di un equilibrio dinamico frutto di una continua tensione di forze sotto un’apparenza controllata. Per chi riesce a intra-vederle, oltre le superfici levigate e seducenti, ribollono molte energie vitali, anche dolorose. Le opere di Letizia Cariello, discendente di una famiglia di scultori di professione da duecento anni, sono anche attraversate da un dry humor, come nel caso della scultura a parete il Re Bucranio – una testa di cervo laccata di bianco e incoronata con un anello di cartone dorato preso dall’imballo di una torta – che offre un fulminante commento sulla vanità del potere. Talvolta, oltre le apparenze, sono persino spietate. Come i petali delle rose fotografate e cucite con piccoli punti-croce di filo rosso, un’infinita sequenza di crocifissioni. O ricoperte di puntini, sempre ricamati in rosso, che sono «come sismografi o elettrocardiogrammi dello spirito». Facciamo ancora parlare l’artista, che, raccontando le ragioni della scelta del nome LETIA, chiarisce molte cose, lasciando intatto l’enigma dell’arte e della vita: «Questo nome marca un passaggio di stato energetico che si è manifestato solo come una percezione inusuale di unità fra spazio interiore ed esterno e ha portato un senso di appartenenza fisica diversa all’esistente. Come se mi fossi resa conto che mi muovevo con una percezione aumentata. O, piuttosto, contornata dall’esistente che era molto più generoso ed esteso, e completamente sordo a ogni modalità mendicante. La conseguenza, da un lato, è stata una pulizia immediata del lavorare e del lavoro e, dall’altro, l’esclusione totale del tema dell’attesa, sostituito da quello della presenza. Un punto in cui tutte le dimensioni sono presenti è assolutamente indifferente alle attese e a tutti i pietismi».

MERZBAU QUANTICO
6 aprile 2025 – 28 giugno 2025
Opening 5 aprile 2025
9.30 – 12.00
via Valpetrosa 1, Milano