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BAG – Bocconi Art Gallery 2021

BAG 2021

Nella sede dell’Università Bocconi si rinnova l’appuntamento con l’arte contemporanea. Il 17 novembre inaugura l’ottava edizione di BAG – Bocconi Art Gallery che vede in mostra nei diversi spazi dell’ateneo le opere di 53 artisti italiani e internazionali di diverse generazioni, con lavori eterogenei per stili, tendenze, tecniche e materiali, realizzati da autori quali Castellani, Isgrò, Long, Raciti, Paladino, Pinelli, Squatriti, Staccioli, Varisco e Vago; insieme a Cariello, Arienti, Busci, Rastelli, Schumann e Vedovamazzei.

Bocconi ha scelto di investire con costanza nel progetto BAG – Bocconi Art Gallery, coinvolgendo sempre nuovi artisti di livello internazionale e intrecciando collaborazioni con importanti gallerie italiane e straniere. L’obiettivo è la ricerca di un continuo scambio culturale e di un ricambio di opere che, variando di anno in anno, offrano punti di vista e di interpretazione differenti.

In occasione dell’inaugurazione prevista il 17 novembre, dalle ore 17 alle 20 le sale e i corridoi dell’Università saranno nuovamente aperti in presenza (è obbligatorio il Green Pass) per consentire ad appassionati e curiosi di visitare liberamente, o grazie alle visite guidate realizzate da MIGuidi, il centinaio di opere di 53 artisti italiani e internazionali esposte per questa ottava edizione dell’iniziativa, la prima dopo la Pandemia. Presenti diversi degli artisti che hanno realizzato le opere, insieme a diversi collezionisti e galleristi che le hanno fornite in comodato d’uso all’Università. In programma anche due talk di approfondimento con alcuni degli artisti: alle 17,30 in via Roentgen 1 si confronteranno Fausta Squatriti, Emil Michael Klein e Wolfram Ullrich, moderati dal collezionista Ettore Buganza, mentre alle 18,45 presso l’edificio di via Sarfatti 10 sarà la volta di Letizia Cariello, Emilio Isgrò e Pino Pinelli, moderati dal professore della Bocconi e presidente del Comitato per l’arte contemporanea dell’Università, Severino Salvemini.


Letizia Cariello ha disegnato una coppia di sontuose finestre sulla superficie curva di un ambiente della Bocconi. Il disegno in realtà ha costituito solo la prima fase, la traccia su carta da lucido da cui il lavoro ha preso forma, potremmo dire diventando un bassorilievo perché ora le due identiche finestre hanno un minimo di aggetto dalla parete. L’artista ha prima seguito le linee del disegno piantando nel muro numerosissimi chiodi e usandoli poi come supporti per il filo di lana rossa. Questo viene intrecciato, trama e ordito, e svolge il compito di riempire i vuoti distinguendo ad un tempo le diverse parti architettoniche di cui è composta la finestra. E’ questo rosso vivo che dà un senso di sontuosità alla doppia immagine cosi ricavata, oltre che la sua dimensione importante, più di due metri di altezza per quasi quattro di larghezza.

La finestra è un’apertura praticata in uno spazio chiuso, qui invece è una pura immagine che sembra per di più insistere su idee di chiusura: la sua superficie è una grata che lascia difficilmente passare lo guardo proprio là dove dovrebbe essere trasparente. Tuttavia Letizia Cariello chiama quest’opera e altre di questo tipo Gates, cancelli, aperture, passaggi, valichi, sfruttando forse la doppiezza del temine inglese che significa anche barriera e grata. E apre a un gioco di doppiezze: un valico che è anche barriera, una grata che lascia intravvedere (da un interno verso un esterno, come il velo delle donne islamiche). E’ doppia anche la stessa finestra, (barocca ma “ibridata da forme manieriste a doppio fornice”, dice l’artista) che proietta idealmente un piano su una superficie curva e che nel suo essere duplice richiama l’idea della scelta, della possibilità di essere Altro e non solo Uno.

Giorgio Verzotti