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Musica delle sfere celesti in Cascina I.D.E.A.

Independent Domus Exhibiting Art, è la residenza per artisti ideata da Nicoletta Rusconi Art Projects con sede all’interno di Cascina Maria ad Agrate Conturbia.

Lo spazio della foresteria è dedicato a ospitare due artisti nell’arco dell’anno. La residenza estiva, che si tiene fra luglio e settembre, è dedicata a un artista italiano, mentre quella primaverile, da marzo ad aprile, è riservata ad un artista internazionale. I.D.E.A. si propone anche come residenza che promuove scambi culturali con artisti di altre importanti residenze internazionali.

A partire dal 1 agosto, i visitatori di Cascina I.D.E.A. possono ammirare gli esterni della struttura caratterizzati dagli interventi realizzati da Letizia Cariello e Giulia D’Olio , capaci di restituire non solo la poliedricità degli intenti ma anche il senso di “fucina” del luogo creando una relazione osmotica tra contenitore e contenuto.

Musica delle sfere celesti, intervento site-specific di Letizia Cariello per Cascina I.D.E.A., nasce dall’atto del guardare e dal saper individuare il disegno insito nelle cose: i suoi interventi pittorici sulle pareti esterne e interne della cascina evidenziano i campi di forza dell’architettura e i suoi volumi.
E poi c’è la musica, intesa come modo di pensare e come filo conduttore dietro quelle linee di forza, come visione interiore che sta sia all’interno che all’esterno di ognuno di noi.
La musica è geometria. La geometria è musica. La geometria come disegno dinamico e quindi come musica.

Secondo Marco Tagliafierro, curatore dell’intervento, “quando Letizia Cariello ha guardato Cascina I.D.E.A. ha visto l’incastro perfetto delle forme in una chiave di violino fatta di due colori: l’azzurro e il rosso. Con il suo intervento ha ascoltato quelle pareti come si fa con uno stetoscopio per ponderarne le qualità materiche più profonde, ma soprattutto per valutare le esperienze umane che quei muri trasudano, andando à rebours attraverso le storie di chi ci ha abitato. Ha riconsiderato gioie e dolori attraverso un ritmo cromatico che, in ultima analisi, rende l’architettura stessa un flusso liquido“.